Tre indagati per la morte di Rivaldo Rusi: martedì l’autopsia
Sono tre gli indagati nell’inchiesta sulla morte di Rivaldo Rusi, il 25enne albanese ucciso a Centola la notte tra domenica e lunedì scorsi, durante un tentativo di furto in una villetta isolata in località Foria. Oltre al proprietario della casa, un imprenditore 60enne che avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco contro i ladri, risultano ora sotto inchiesta anche un suo familiare, sospettato di averlo aiutato a occultare il cadavere, e uno dei complici della vittima.
Il corpo di Rusi è stato infatti ritrovato in una tinozza per il vino, sigillata e interrata nelle campagne di San Severino di Centola, a qualche chilometro dal luogo del tentato furto. A indicare il punto esatto è stato lo stesso imprenditore, che si è presentato in Procura accompagnato dal legale, avvocato Antonello Natale. Dopo un lungo interrogatorio, l’uomo avrebbe ammesso di aver colpito il giovane e di aver nascosto il corpo.
Il secondo complice, un connazionale albanese di 28 anni, è attualmente ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove è piantonato. Anche su di lui pendono accuse legate al tentato furto e al coinvolgimento nella vicenda. Il terzo complice è ancora ricercato dai carabinieri.
L’autopsia sul corpo di Rivaldo Rusi sarà eseguita martedì all’obitorio dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania dal medico legale Francesco Lombardo. Dall’esame si attendono risposte fondamentali per chiarire la dinamica dei fatti e stabilire se si sia trattato di legittima difesa o di un eccesso doloso da parte del proprietario della villetta.
L’imprenditore e la sua famiglia, intanto, sono stati trasferiti in una località protetta per ragioni di sicurezza, dopo le tensioni esplose nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere. La Procura di Vallo della Lucania, guidata dal Procuratore Francesco Rotondo, prosegue le indagini per far piena luce sulla vicenda.