Eseguita nel pomeriggio l’autopsia sul corpo di Rivaldo Rusi, il 26enne albanese ucciso a Foria di Centola durante un tentativo di furto in una villetta isolata, nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, il giovane sarebbe stato colpito da dietro, in zona postero-laterale, compatibilmente con l’ipotesi che stesse tentando di scappare quando è stato raggiunto dal colpo.

A esplodere il colpo mortale sarebbe stato un fucile da caccia. L’arma, caricata con cartucce a pallini, ha determinato l’apertura a “rosa”, colpendo il giovane agli organi vitali e provocandone la morte sul colpo. Non ci sarebbero dubbi, dunque, sulla dinamica fatale, anche se saranno gli esiti completi dell’autopsia a chiarire ogni dettaglio.

Il corpo del 26enne è stato rinvenuto circa 48 ore dopo la sparatoria, in avanzato stato di decomposizione, nascosto all’interno di una tinozza per il vino e ricoperto di vegetazione, a poca distanza dal luogo della tentata intrusione.

L’autopsia si è svolta presso l’obitorio dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, affidata al medico legale Francesco Lombardo, incaricato dalla Procura della Repubblica di Vallo. Presenti anche i consulenti di parte nominati dall’imprenditore indagato, gli specialisti Adamo e Aniello Maiese, e un consulente per conto della famiglia della vittima, rappresentata dall’avvocato Fabio Della Corte.

Prima dell’esame medico-legale, i carabinieri del SIS, il reparto specializzato nelle investigazioni scientifiche giunto da Salerno, hanno eseguito approfonditi rilievi balistici. Sul posto anche i carabinieri del Reparto Territoriale di Vallo e rinforzi arrivati da Napoli per gestire le operazioni in sicurezza.

L’autopsia è iniziata alle 12.30 ed è andata avanti fino alle 17. Solo al termine degli accertamenti è stato concesso alla moglie di Rivaldo Rusi e a pochi altri stretti familiari di vedere il corpo.

La salma è stata liberata, ma resta al momento ancora in obitorio, in attesa del nulla osta del Consolato albanese per procedere con il trasferimento in patria. I risultati ufficiali dell’autopsia saranno fondamentali per ricostruire in maniera dettagliata l’accaduto e chiarire eventuali responsabilità in merito alla legittima difesa e all’occultamento del cadavere.

Intanto, proseguono le indagini. Tre gli indagati: l’imprenditore Aurelio Valiante, il fratello 50enne, accusato di concorso nell’occultamento del cadavere, e Xhuijan Curti, il 27enne complice albanese della vittima, attualmente ricoverato al Cardarelli di Napoli in gravi condizioni. Il terzo componente della banda è ancora ricercato.