CAPACCIO PAESTUM – Roberto Squecco ha lasciato il carcere di Fuorni nella serata di ieri. L’imprenditore capaccese, al centro dell’inchiesta della DIA di Salerno su un presunto scambio elettorale politico-mafioso durante le elezioni amministrative del 2019 a Capaccio Paestum, è stato trasferito agli arresti domiciliari. La decisione è arrivata dopo un lungo interrogatorio a cui l’indagato si è sottoposto nei giorni scorsi.
Il provvedimento di attenuazione della misura cautelare è stato emesso dal gip del Tribunale di Salerno, accogliendo la richiesta presentata dai legali di Squecco. Si tratta di un ulteriore sviluppo nell’ambito della complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha già portato a numerosi provvedimenti restrittivi nei confronti di esponenti della politica e dell’imprenditoria locale.
Solo poche settimane fa era stato concesso il medesimo beneficio ad Antonio Bernardi, il vigile urbano finito in carcere lo scorso 27 marzo e successivamente scarcerato. Anche nel suo caso, l’accoglimento dell’istanza è avvenuto con il parere favorevole del pubblico ministero. Bernardi, insieme al dipendente comunale Michele Pecora, è accusato di aver rivolto minacce di morte all’allora sindaco Franco Alfieri, su incarico dello stesso Squecco, in seguito all’abbattimento del lido Kennedy, ritenuto il fulcro di un presunto patto corruttivo.
Diversa, invece, la posizione di Alfieri, che resta ai domiciliari dopo che il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di revoca o alleggerimento della misura cautelare avanzata dai suoi legali. Ora si valuta un eventuale ricorso in Cassazione, anche se i tempi si annunciano lunghi: l’udienza potrebbe tenersi solo dopo l’estate.
Squecco, Bernardi e Pecora sono accusati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, tentata estorsione, rapina e scambio elettorale politico-mafioso. In particolare, l’imprenditore capaccese risponde anche di aver pianificato un attentato dinamitardo nei confronti di Alfieri, in collaborazione con alcuni pregiudicati del salernitano.
Intanto, sono già tornate in libertà Stefania Nobili, ex moglie di Squecco, e Maria Rosaria Picariello, ex assessore comunale, entrambe coinvolte nell’indagine ma destinatarie di misure meno afflittive: Nobili è indagata per lo stesso filone dello scambio politico-mafioso, mentre Picariello è accusata di favoreggiamento.
L’inchiesta resta aperta e complessa, e si attendono nelle prossime settimane ulteriori sviluppi e decisioni, in un quadro giudiziario che continua a scuotere gli equilibri politici e istituzionali della città di Capaccio Paestum.