Il presidente della nuova Pro Loco lancia accuse pesanti: “La storica manifestazione distrutta per scelta politica. Il sindaco Carione come Nerone: brucia la festa e incolpa i cittadini”.
TRENTINARA – Era il 2005 quando, grazie all’intuizione dell’allora sindaco Lorenzo Fraiese, nasceva la “Festa del Pane e della Civiltà Contadina”. Una manifestazione che nel tempo si è affermata come un potente motore di promozione per il borgo cilentano, richiamando migliaia di visitatori e diventando fiore all’occhiello dell’associazionismo locale grazie all’impegno della storica Pro Loco, attiva dal lontano 1973.
Oggi, però, quella festa – simbolo di identità e memoria – è al centro di una dura polemica. A denunciarlo è Giuseppe Cerruti, presidente della neo-costituita Pro Loco di Trentinara, che con un documento pubblico punta il dito contro l’attuale amministrazione comunale, accusandola di aver scientemente cancellato l’evento.
“Una chiusura arbitraria”
Secondo Cerruti, la storica Pro Loco è stata chiusa il 31 gennaio 2025 “per una scelta irragionevole, immotivata e soprattutto arbitraria” del suo ultimo presidente, Guazzo, il quale non si sarebbe dimesso, come sostenuto dal sindaco, ma avrebbe di fatto decretato la cessazione dell’ente. “Il sindaco mente sapendo di mentire – scrive Cerruti – Il presidente Guazzo non si è dimesso. Ha chiuso la Pro Loco. Poteva lasciare l’incarico e consentire ad altri di continuare, ma ha scelto di chiudere, facendo perdere un patrimonio inestimabile”.
La nascita della nuova Pro Loco
In risposta a questa chiusura, è nata una nuova Pro Loco, con l’intento dichiarato di recuperare e rilanciare lo spirito originario dell’associazione, aprendola a tutti i cittadini e agli operatori locali. “Vogliamo una Pro Loco inclusiva, aperta al contributo di chiunque voglia far crescere Trentinara”, afferma Cerruti, sottolineando che la missione primaria resta la valorizzazione delle tradizioni, a partire proprio dalla Festa del Pane, la cui organizzazione – ricorda – è affidata alla Pro Loco da un regolamento comunale approvato all’unanimità con delibera del Consiglio n. 11 del 14 maggio 2012.
“Il sindaco ha deciso: la festa non si fa”
Ma la notizia della ricostituzione della Pro Loco non avrebbe trovato accoglienza favorevole. “Il sindaco, forse esasperato, ha deciso che la festa non si deve fare – denuncia Cerruti – con motivazioni false e inventate di sana pianta, cercando di addossare alla popolazione la responsabilità di questa assurda decisione”. L’accusa è chiara: “Il sindaco di allora, Lorenzo Fraiese, aveva fatto nascere la festa. Il sindaco di oggi, Rosario Carione, l’ha fatta morire”.
Per il presidente Cerruti, le conseguenze sono gravi: “Non fare la festa è un disastro economico per le attività commerciali del paese. Il danno è incalcolabile”. E rincara la dose con un paragone forte: “In questa commedia dell’assurdo, il sindaco si è ritagliato il ruolo del moderno Nerone, passato alla storia per aver bruciato Roma cercando di incolpare i cristiani. Anche tu, caro sindaco, passerai alla storia: ma come colui che ha bruciato la festa del pane e dell’antica civiltà contadina”.
L’appello finale: “Ripristinare la verità ”
Cerruti chiede un passo indietro all’amministrazione e il rispetto del regolamento comunale. “Saresti apprezzato se mostrassi umiltà e rispetto verso la cittadinanza tutta. La verità è più forte della menzogna, e la nostra voce continuerà a farsi sentire fino alla fine di questa ignobile farsa”.
Il dibattito è aperto. E Trentinara si interroga: può una comunità perdere il suo evento più identitario per uno scontro tra istituzioni e associazioni? Oppure è ancora possibile recuperare un dialogo costruttivo che salvi una delle sue espressioni culturali più autentiche?