Il Laboratorio di Cardiologia Interventistica – U.O.C. UTIC-Cardiologia del P.O. di Vallo  della Lucania si arricchisce di un nuovo strumento di ultima generazione per il trattamento delle le malattie coronariche

 

La dotazione tecnologica dell’emodinamica del P.O. di Vallo della Lucania si arricchisce di un nuovo dispositivo, si tratta del “Rotablator”, un dispositivo che consente di rimuovere placche coronariche molto calcifiche e complesse.

L’aterectomia rotazionale (Rotablator), questo il nome tecnico della procedura, è una tecnica necessaria per consentire il trattamento dei casi particolarmente complicati di malattia coronarica. “Il Rotablator dĂ  la possibilitĂ  di risolvere ostruzioni coronariche calcifiche, consolidate e complesse che altrimenti non sarebbe possibile trattare, con gravi conseguenze per i pazienti, visto che l’angioplastica coronarica, che ci consente la disostruzione delle arterie coronariche e l’applicazione dello con stent coronarico, rappresenta nella maggior parte dei casi un intervento salvavita – spiega il dott. Antonio Aloia, Direttore della U.O.C. UTIC – Cardiologia e Cardiologia Interventistica. Il Rotablator è una “micro-fresa” rotante a forma di oliva o “palla da rugby” montata su un catetere che ruota ad altissima velocitĂ  (130-190 mila giri al minuto). La superficie della fresa è ricoperta da microframmenti di diamante che sono in grado di polverizzare le placche aterosclerotiche calcifiche in frammenti così fini da poter essere riassorbiti dai vasi capillari a valle della lesione senza provocare l’ostruzione dei capillari sanguigni. La fresatura di queste placche particolarmente calcifiche consente di portare a termine l’intervento di angioplastica nei casi piĂą complessi; in questo modo le lesioni aterosclerotiche piĂą dure, calcifiche e resistenti alla dilatazione con il “palloncino” possono essere abrase e successivamente ricoperte adeguatamente con lo stent.

Questa nuova procedura è stata eseguita con successo il 18 aprile su due nostri pazienti. Sono stati sufficienti due passaggi con una fresa da 1.25 mm a 160.000 giri al minuto per permettere il successivo impianto di un singolo stent medicato di quasi 5 cm di lunghezza e riaprire la strada al flusso sanguigno in un lungo tratto della coronaria sinistra. In mancanza di questa nuova attrezzatura non sarebbe stato possibile trattare i pazienti che sarebbero stati destinati all’intervento di cardiochirurgia tradizionale

L’introduzione di questa tecnica, va ad incrementare il bagaglio strumentale a nostra disposizione e ci consentirà di trattare in sicurezza con successo i casi sempre più complessi di pazienti che presentano stenosi calcifiche che giungono alla nostra attenzione. Ricordo che già da alcuni anni abbiamo in dotazione: lo shockwave, che ci permette, attraverso la generazione di onde d’urto ad elevata velocità, la litotrissia, con la conseguente destrutturazione della placca coronarica: attraverso un palloncino simile a quello utilizzato per l’angioplastica, collegato ad un generatore esterno, che eroga onde ultrasoniche in grado di distribuirsi uniformemente su tutta la placca e agire selettivamente sul calcio coronarico, salvaguardando gli altri tessuti.

A differenza del rotablator, la litotrissia coronarica non frammenta il calcio, ma lo “sgretola” confinandolo tra le tuniche vasali.

Nel prossimo futuro ci attendono nuove interessanti sfide in quest’ambito che vedranno un ulteriore implementazione della tecnologica a nostra disposizione (OCT, Laser) e soprattutto la creazione di una seconda Sala di Emodinamica/Elettrofisiologia, i cui lavori inizieranno nei prossimi mesi.

Ringrazio la Direzione Strategica dell’ASL Salerno, e la Dirigenza Sanitaria e Amministrativa dell’Ospedale San Luca per il supporto che ci offrono, fornendoci con tempestività le adeguate tecnologie di ultima generazione che ci permettono di aumentare le capacità diagnostiche/terapeutiche a favore dei nostri pazienti e di essere sempre all’avanguardia. Un particolare ringraziamento va a tutti i medici, il personale infermieristico, tecnico e ausiliare che con grandissimi sacrifici, abnegazione e professionalità contribuiscono alla crescita di questa Nostra U.O.C. e ci consentono di garantire, anche in un luogo periferico e orograficamente difficile come il Cilento, la più adeguata e rapida risposta sanitaria ai nostri Cittadini in particolare nei casi di emergenza cardiovascolare”

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