Il Comune fu il primo a chiedere ufficialmente l’intitolazione dello scalo anche al Cilento. Ferrante e Iannone annunciano: “Chiederemo di intitolarlo alla Costa d’Amalfi e del Cilento”
FUTANI – Era il 22 ottobre 2024 quando il sindaco di Futani, Dario Trivelli, con una nota formale indirizzata all’Ente gestore dell’aeroporto di Salerno, avanzava una richiesta semplice quanto carica di significato: inserire il riferimento al Cilento nella denominazione dello scalo. Un’iniziativa simbolica ma concreta, nata dalla consapevolezza che l’aeroporto “Salerno – Costa d’Amalfi” avrebbe dovuto rappresentare un punto di connessione non solo con la rinomata costiera a nord della provincia, ma anche con il cuore del sud salernitano, quel Cilento che da decenni attende pari dignità turistica e infrastrutturale.
Oggi quella proposta torna d’attualità e ottiene una nuova e più ampia sponda istituzionale. I sottosegretari al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante e Antonio Iannone, hanno infatti annunciato l’intenzione di avviare l’iter per modificare la denominazione ufficiale dell’aeroporto in “Salerno-Pontecagnano Costa d’Amalfi e del Cilento”. Un riconoscimento che, se andrà in porto, unirà simbolicamente e funzionalmente due territori che rappresentano il meglio dell’offerta paesaggistica e culturale della Campania.
“La richiesta che partì da Futani – commenta oggi il sindaco Trivelli – fu un atto dovuto alla storia, all’identità e alle esigenze del nostro territorio. Siamo felici che ora anche a livello nazionale si raccolga questa istanza. Il Cilento merita di essere protagonista e non comprimario nello sviluppo turistico della provincia”.
L’iniziativa dei sottosegretari Ferrante e Iannone si lega ai numeri positivi dello scalo: oltre 180mila viaggiatori nei soli ultimi sei mesi del 2024. Un segnale chiaro delle potenzialità di un aeroporto che, con una denominazione inclusiva, potrà diventare un vero volano per tutto il Salernitano.
Il nome potrebbe cambiare, il significato resta: il futuro del turismo passa anche dal riconoscere il valore dei territori che, come il Cilento, hanno saputo crescere nel rispetto delle proprie radici.