🔴Lite tra fratelli per l’eredità, dopo 56 anni é stata chiusa la causa civile. Un accordo storico e che nei mesi scorsi aveva fatto scalpore su tutta la stampa nazionale

 

Nei mesi scorsi le diverse parti, dinanzi al presiedente della Sezione Civile Elvira Bellantoni, hanno trovato l’accordo “La quota degli eredi che hanno agito in petizione di eredità è stata pagata,
previo accordo con l’imprenditore che aveva acquistato l’intero immobile oggetto dell’eredità e che lo aveva ristrutturato e rivenduto a terzi”. Un accordo storico e che nei mesi scorsi aveva fatto scalpore su tutta la stampa nazionale. Al centro del contenzioso la questione sollevata da alcuni fratelli per l’eredità di un immobile ubicato nella città di Agropoli. La questione era arrivata all’attenzione dei giudici di Vallo nel lontano 1966 e dopo 55 anni si attendeva ancora la sentenza di primo grado. Si tratta di un vero e proprio record in quanto la vincenda di Vallo è sicuramente tra le cause civili più longeve d’Italia. Quando nel mese di marzo del 2021 è arrivata all’attenzione pubblica locale e nazionale si è gridato allo scandalo. Ma perché in 55 anni non si era arrivati ad una sentenza? Spulciando nei fascicoli si apprende che dal 1966 ad oggi sono cambiati quasi una ventina di giudici, con i correlativi tempi di sostituzione. Ci sono stati ben sei decessi delle parti che hanno imposto l’interruzione del processo e poi la sua ripresa nei confronti degli eredi della persona deceduta. Le richieste di rinvio per tentare un accordo sono andate avanti per un tempo all’incirca pari a cinque anni. Tre anni sono stati necessari per le richieste di rinvio relative ad impedimenti propri degli avvocati. Altri tre, in attesa di una prima consulenza poi non eseguita per sopraggiunti motivi di salute del consulente e due per la successiva. Altro tempo per la concorde richiesta delle parti di attendere il passaggio in giudicato di una sentenza parziale emessa dal Tribunale nel 2001, appellata e confermata dalla Cassazione nel 2009, e della restituzione dei relativi atti. La causa è stata subito oggetto di attenzione dell’ex presidente del Tribunale Gaetano De Luca arrivo nel 2015. È andato in pensione agli inizi di quest’anno ma prima di lasciare, tra i tanti risultati raggiunti, ha potuto annunciare anche la chiusura della causa record, affidata al presidente della sezione civile Elvira Bellantoni che due anni fa è arrivata a Vallo e si è assunta, su base volontaria, il compito di definirla. Un iter più unico che raro, di certo un esempio di come varie complicazioni unite a lungaggini del sistema giustizia possano arrivare a determinare simili paradossi.
Nello specifico l’imprenditore aveva comprato l’immobile quando i primi eredi avevano già iniziato la petizione per l’eredità. L’immobile poi negli anni è stato ristrutturato, e venduto a terzi. Una situazione complicata ma su cui finalmente é stato trovato l’accordo. Nel Tribunale di Vallo quando la causa record è arrivata alla ribalta nazionale c’erano cinque magistrati che dovevano far fronte ad una pendenza di 8.584 procedimenti civili. Ogni magistrato aveva in media 1.716 cause, a fronte di un carico esigibile di circa 500 cause, il triplo. Di queste 1.845 duravano da oltre dieci anni e 4.414 da oltre tre anni. A distanza di due anni poco è cambiato. Una fotografia che ripropone l’esigenza di rivalutare l’istituzione del Tribunale del Parco del Cilento perché solo con un allargamento della circoscrizione ai territori delle ex preture di Sapri, Capaccio e Roccadaspide, per non parlare del Vallo di Diano aggregato al Tribunale di Lagonegro, si realizzerebbe un Tribunale con almeno 22 magistrati.

 

 

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